In questo volume si raccolgono le testimonianze presenti sul territorio piemontese riconducibili alla civiltà e alla cultura etrusca.
Si parte con i rinvenimenti di reperti etruschi nei siti archeologici della regione, diffusi almeno dall’VIII secolo a.C. e fino al III-II a.C., ovvero all’alba del processo di romanizzazione dell’area subalpina. Si riconoscono tre grandi momenti che segnano le relazioni fra gli Etruschi e le locali popolazioni celto-liguri, caratterizzati dallo scambio non solo di manufatti ma anche di tecnologie e di ideologie di stampo mediterraneo. La presenza di oggetti etruschi negli abitati, nei luoghi di culto e nelle necropoli subalpine testimonia la conoscenza e la penetrazione di spunti innovativi nell’artigianato locale, e, soprattutto, la diffusione di prodotti e di costumi di origine greca ed etrusco-italica.
Numerose sono le raccolte etrusche presenti nelle collezioni del Piemonte, da quella più consistente del Museo di Antichità di Torino, dove è confluita una parte della raccolta di Luciano Bonaparte (fratello di Napoleone), ma anche di altre importanti sedi, quali l’Armeria Reale di Torino, il Museo Martini di Pessione, il Regio Collegio di Moncalieri, il Castello di Agliè, i musei archeologici di Cuneo, Asti, Biella, Novara.
Conclude il volume un’appendice dedicata all’aspetto della diffusione ottocentesca del gusto “all’etruscaâ€, legato, nel Piemonte sabaudo, a valori culturali che, alimentati dalle fonti antiche, identificavano gli Etruschi come la prima potenza italiana estesa per terra e per mare (quindi precedente al dominio di Roma). Questi richiami, sul piano artistico, si manifesteranno in uno stile molto in voga in Europa e anche alla corte sabauda parallelamente al grande sviluppo del gusto egittizzante. Tra le testimonianze in Piemonte di questo filone decorativo “all’etrusca†sono il pregevole “gabinetto etrusco†di Racconigi (ideologicamente concepito dal Palagi per rispondere alle aspirazioni unitarie dell’Italia del re Carlo Alberto),l’ariosa “sala etrusca†di palazzo Grosso di Riva presso Chieri e il policromo “ingresso etrusco†dell’Accademia Reale di Agricoltura di Torino, oltre ai salotti etrusco e egizio del Castello di Masino nel Canavese.
Alessandro Mandolesi, Etruschi in Piemonte, Quaderni della Fondazione per L'Arte Compagnia di San Paolo, Torino 2008, n. 3.
ISBN 978-88-902526-9-3