Conversione di San Paolo, 1580
Alessandro Ardente (Firenze, prima metà del Cinquecento / Torino 1595)
Collezione Intesa Sanpaolo - Olio su tel, 354,5 x 230,5 cm
Paolo, nato a Tarso (odierna Turchia) nel 5-8 d.C., era un giudeo con cittadinanza romana cresciuto a Gerusalemme, convinto persecutore dei cristiani. Nel 35 d.C., mentre era diretto a Damasco per arrestare i cristiani del posto, ebbe la folgorante apparizione di Cristo. Paolo, accecato dalla luce della visione divina, cadde a terra e si convertì al Cristianesimo. Tre giorni dopo, a Damasco, Cristo inviò Anania a restituirgli la vista (dagli Atti degli apostoli, 9,1-19).
Il quadro, collocato sull’altare dell’Oratorio nel 1580, fu commissionato dalla Compagnia al faentino Ardente, pittore e scultore della corte sabauda. È un’affollata composizione in cui la luce “scolpisce” i personaggi avvolti dalle tenebre. La tela, raffigurante l’attimo in cui il santo «fu scelto da Cristo per propagare in tutto il mondo la santa fede», divenne il punto di partenza del nuovo ciclo pittorico ordinato dalla Compagnia nel 1663, su progetto iconografico del letterato Tesauro.
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