Il layout dei giardini si è modificato nel corso del tempo; ciò nonostante è tuttora possibile riconoscere l’impianto originario e cogliere le tracce delle successive trasformazioni.
Ancora visibile è la struttura muraria secentesca, a teatro come le ville romane, realizzata con grandi lavori di ingegneria per la creazione di falsi piani e il contenimento del terreno. Ben identificabili sono, a nord, il “giardino di sopra”, di matrice secentesca (nella parte pubblica) e, sul retro della villa, il “giardino di sotto”, ora “all’italiana”; a levante, nella zona del laghetto l’esedra, con la grotta che conduce al “giardino di sopra”.
Il giardino all’italiana è diviso in aree quadrangolari bordate di Buxus sempervirens, con fontane centrali e alberi di Magnolia grandiflora, alternate un tempo con statue, ai lati. La vista prospettica del giardino si conclude con l’obelisco, posto al termine di un
piano inclinato, bordato da siepi di Laurocerasus e alberi di Carpinus betulus.
Di notevole rilievo è il complesso sistema di gallerie che corre nel sottosuolo e che appartiene all’impianto originario.
A ovest, in direzione di quella che era la piazza antistante l’originario palazzo, fino alla balaustra in muratura ornata da urne, si ammira en plein air il Castello del Valentino, che nei progetti originali determinava il posizionamento della Villa e dei giardini. Una traccia dell’antico ingresso è tuttora visibile in corrispondenza della strada vecchia. La grande ristrutturazione settecentesca comportò una notevole riduzione dell’edificio.
Lo spostamento della facciata, non più rivolta verso la città ma posizionata verso la strada collinare, rifletteva il diverso ruolo del palazzo, il passaggio da una dimensione più rappresentativa a una dimensione più raccolta, tipica delle ville settecentesche.
L’impronta romantica si coglie soprattutto nell’area di ingresso, con il laghetto e il grande parterre erboso. Al posto del giardino settecentesco, con le allee che si dipartivano a raggiera dall’ingresso principale, si presentano aree a verde dalle linee morbide.
Alberi secolari adornano il parco, conifere, ippocastani, tassi, platani, faggi, tra cui esemplari di Fagus sylvatica pendula, purpurea e asplenifolia.
Nello spazio un tempo occupato dal ninfeo di Madama Cristina, troviamo il laghetto romantico. Sull’isolotto si scorgono i resti di un tempietto. Pesci e tartarughe popolano il lago mentre ogni primavera alcune coppie di germani reali e di oche mandarine vengono a nidificare sulle sue sponde.
Accanto a picchi, ghiandaie, tortore, cornacchie, passerotti, compaiono talvolta anche un falco e un airone.