egli più volte va replicando nelle sue missive) per esemplar
documento di que’ poveri che, vagabondi e importuni, per non
voler travagliare, van mendicando l’altrui:
Ben sapete voi (dice egli) che vi conviene imitare il mio esempio, però
che non son io stato un vagabondo fra voi, né il mio pane ho mangiato
oziosamente limosinandolo da altri, ma guadagnato me l’ho col lavoro
delle mie mani, faticando dì e notte, per non esser molesto a nessun di
voi. Che perciò, vivend’io fra voi, sempre vi ho protestato che chi non
vuol travagliare, non mangi
390
.
Di simili vagabondi mendichi, moltissimi infestavano anzi
nfettavano questa città, quando la Compagnia di San Paolo
venne alla luce. Miseria necessariamente cagionata da un genio
antico di questo clima, dove la plebe oziosa (secondo il suo
proverbio) ad altro non badava che al cembalo e alla mensa.
Cosa per sé mala, e non pur da san Paolo, ma da tutte le repu-
bliche detestata, però che l’ozio e il vizio si tengono per la
mano. Laonde, sì come da’ padri oziosi nascono figliuoli men-
dichi, così altro non si vedea che un popolo vagante di misera-
bili fanciulli, portanti le pene della paterna scioperatezza,
assediare non pur le strade e le porte, ma eziamdio li sacri
templi nella maggior attenzione degli offici divini. Abuso nel-
277
245
250
255
260
390
2
ad Thess
.
,
c. 3. Ipsi enim scitis quemadmodum oporteat imitari nos
quoniam non inquieti fuimus inter vos, neque gratis panem manducavi-
mus ab aliquo, sed in labore et in fatigatione nocte et die operantes, ne
quem vestrum gravaremus. Nam et cum essemus apud vos, hoc denun-
ciabamus vobis, quoniam si quis non vult operari nec manducet.
V
ULG
.,
Thes.
,
II, 3, 7-8; 10.
246.
travagliare
:
lavorare.
257
.
proverbio
: «
al popolo di Torino, pane e vino e tamburino» (F. Z
UCCARI
,
Il
passaggio per Italia con la dimora di Parma
…,
Bologna, B. Cocchi, 1608, p. 14).
All’epoca era diffuso il luogo comune, molto distante dalla tradizione moderna,
sui «piemontesi […] avidi di passatempi e dell’ozio…» (G. B
OTERO
,
Le Rela-
zioni universali […] divise in sette parti,
Venezia, presso A. Vecchi, 1622, parte
I, l. I, p. 47).