cagione del mal dell’altra. Certa cosa è che di Lione venne ser-
pendo a Susa di qua dalle Alpi e di quindi a Rivoli, poi a Colle-
gno, dando l’allarme alle porte di questa Augusta. Il duca, per
mettere in sicuro le cose a sé più care che se medesimo, inca-
minò i figliuoli a Fossano, sostandosi egli in Torino, sì per dar
cuore a’ cittadini col suo coraggio, come ancora per celebrar le
solenni esequie ad un tempo al re Filippo suo suocero e alla
infante sua moglie, avendo commessa la invenzione e la dire-
zione del funebre apparato ad Alessandro Tesauro, conte di
Salmor
192
.
Ma in mezzo all’opra scopertosi il morbo dentro le
mura, convennegli tosto
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abandonarle e fuggirsene co’ magi-
strati e con la corte, non ripugnando alla virtù della fortezza il
timor di que’ mali che sormontano ogni forza umana. Brieve
ma crudelissima fu quella strage della misera città, essendo-
vene morti diecemila, numero assai volte maggior de’ super-
stiti
194
.
Egli è ben difficile il vivere quando l’aria istessa diventa
veneno, tanto più possente all’uccidere, quanto più necessaria
al respirare. Fu perciò maravigliosa la costanza di molti paolini
che sfidarono la morte dentro alla patria per giovare alla
patria. Durò quella maladizione infino alla revoluzion del-
l’anno secolare l600
195
.
All’aprirsi della porta santa ne uscì fuori
un secolo più bello e più felice. Il cielo altresì aperse le porte
delle grazie divine con l’universal giubileo, con cui tornò il per-
dono a’ peccatori e per consequente la salubrità all’aria, la
192
255
260
265
270
192
Dalle memorie del conte Alessandro Tesauro.
193
Anno 1599.
194
Dalle istesse memorie.
195
Anno 1600.
253.
duca
:
Carlo Emanuele I.
258.
infante
:
Caterina d’Asburgo, figlia di Filippo II.
259.
Alessandro Tesauro
:
padre di Emanuele, cfr. «Introduzione», p. 64.