convenire ogni sera nell’oratorio col loro padre spirituale e,
giusta la forma da lui prescritta, far una diligente esamina di
tutte le azioni del passato giorno; e se in alcun negozio fatto o
da fare sentivano
74
puntura o perplessità di conscienza,
immantenente la sommettevano al giudicio di lui, come all’o-
racolo. Talché, secondo le originali constituzioni, parea che
vivessero continuo alla presenza del sacerdote, come alla pre-
senza di Dio.
Quinci per necessaria consequenza, se’ nimici della fede,
spregiata la potestà sacerdotale, spregiavano con ischerno la
pontificale, togliendo a san Pietro il successore, a Cristo il vica-
rio, alla Chiesa il capo e l’unità a tutto il popolo cristiano, per
contrario la Compagnia professava di sostenere acremente
l’autorità del pontefice romano, obligando nelle constituzioni,
non pure i confratelli, ma il padre spirituale, ad essere ubi-
diente alla Santa Sede
75
;
e ogni mattina della domenica con
ispeciali orazioni concordemente pregavano per la prosperità
del pontefice
76
,
dalla cui fonte riconoscevano l’approbazione
del suo santo instituto. E se Lutero baldanzosamente impugnò
la pontificia potestà per mettere in ridicolo le indulgenze papali
e quelle chiavi del cielo che Cristo chiaramente donò al suo
vicario nella divina investitura
77
,
che fu il primo progetto della
sua sciocca prevaricazione; all’opposito la Compagnia più di
qualunque tesoro pregiò le indulgenze e grazie de’ sommi pon-
133
190
195
200
205
210
74
P. constit., c. 1 fin.
Cfr. ch. 62; cfr. ASSP,
CSP
, 1, 1, «1563
Capitoli…» cit., cap. 1.
75
P. constit., cap. 1.
Cfr. ch. 62.
76
Lib. della Comp. tit. Orazioni.
Parte seconda…
cit., «Ordine delle Orationi solite farsi dalli Fratelli della Com-
pagnia di San Paolo ne’ giorni delle Domeniche e altre feste la Matina», p. 74.
77
Matt., 16. Tibi dabo claves Regni caelorum etc.
V
ULG
.,
Matth.,
16, 19.