stimato capace di usurpar la monarchia dell’universo, se non si
fosse scontrato in Carlo quinto. Ma principe zelantissimo per
altro della catolica religione e veramente degno del titolo di
Cristianissimo, però che, né per le instanze de’ principi prote-
stanti, né per l’esempio del re d’Inghilterra, né per gli propri
nteressi del regno, mai non poté piegarsi alle contrarie opi-
nioni, anzi con editti severi e con estremi supplicii tenne salda
la fede contra i sacramentari, che avean disseminato libelli
infami contra la santissima Eucaristia, protestando e giurando
nel publico Parlamento che se il suo braccio dritto fosse stato
affetto di quella peste, egli stesso l’arìa troncato. Laonde,
essendogli succeduto nel regno Enrico suo figliuolo ancor gio-
vinetto, gli ugonoti della Francia, della Elvezia, di Geneva e
delle Valli conspirarono più fieramente a ritrar profitto dal
cambiamento, che sempre a’ regni è pericoloso. Si accrebbe
poscia fiamma a fiamma per instigazioni di Teodoro Beza
21
,
uomo di grande ma perversa dottrina, che, venduti anch’esso
per simonia gli suoi benefici clericali e rifuggito in Geneva, fu
mandato come apostolo a far le pratiche nel Piemonte dal suo
califfa Calvino, a cui dopo alcun tempo successe nello eretical
patriarcato. Cumulò le sciagure la morte
22
del buon duca Carlo
in Vercelli; il qual, benché lontano con la persona, presente
nondimeno con l’animo e con l’arme, ricuperando or una or
altra piazza del Piemonte e infestando or con assedi, or con
istratagemi, or con assalti la sua città di Torino, obligava i Fran-
cesi di levare a’ cittadini ogni pretesto di rivolta, fra’ quali
101
325
330
335
340
345
21
An. 1549.
22
17
agosto 1553.
333.
arìa troncato
:
cfr.
ibid
.,
a. 1535, n. 4.
343.
patriarcato
:
cfr.
ibid
.,
a. 1549, n. 9 e a. 1564, n. 26; sulla notizia del viaggio di
Beza in Piemonte, non presente in De Sponde, vedi G. J
ALLA
,
Storia della rifor-
ma in Piemonte fino alla morte di Emanuele Filiberto, 1517-1580,
Firenze, Clau-
diana, 1914, pp. 62-63.