gliarono di cominciar la corruttela da quella parte dello Stato
che, fronteggiata dal Delfinato già infetto e dagli Svizzeri ere-
tici, più facilmente potea ricevere le lor malvagge influenze. A
questo disegno venivan molto in acconcio alcuni avanzi degli
eretici valdesi, che di gran tempo avean sicuro nido nelle valli
di Lucerna, Angrogna e Sanmartino, tra le Alpi Cozie e le
Maritime, munite di nudi e inacessibili dirupi incatenati col
Delfinato e, sboccando nel Piemonte da quest’altra parte,
potean sì facilmente infestarlo, come difendersi. Con la mede-
sima agevolezza riuscì loro la ribellion di Geneva
10
,
bella e
nobil città, sedente sopra il lago Lemano, congiunto al Canton
de’ Bernesi, già dichiarati per l’eresia. Artefice della rivolta fu
quel barbaro uomo Guglielmo Ferraù, di cui si è detto, che con
la sua energia concitò il vulgo alle armi contro alla Chiesa e a
saccheggiare i templi e i monasteri. Indi a furore cacciarono il
clero, i religiosi e il loro vescovo Pietro della Balma, chiaro di
sangue e di virtù, ma di povero cuore; profanarono i luoghi
sacri, rupper le imagini e’ simolacri de’ santi, calpestarono l’au-
gustissimo Sacramento, e l’altar di pietra, sopra cui si conse-
crava, trascinarono co’ giumenti al piè delle forche. All’ultimo
astrinsero i nobili a cambiar sede o fede e cancellarono il nome
e l’armi del duca di Savoia Carlo il Buono; e ad una voce gri-
dando: – libertà evangelica – drizzarono di quell’infame giorno
una publica ed eterna memoria. Ricevé il duca le dolenti
novelle del fiero fatto in Torino al decimo di agosto 1535
11
e
benché con subito assedio chiudesse tosto i rubelli, doppia-
mente abattuti dalla penuria e dalla propria conscienza, nondi-
meno, multiplicando i soccorsi de’ Bernesi e dell’altre provin-
cie elvetiche loro confederate, anzi di tutte le sette conspiranti
95
170
175
180
185
190
10
An. 1535.
11
An. 1535, 10 agosto.
175.
ribellion
:
cfr. D
E
S
PONDE
,
Annalium…
cit., a. 1535, n. 7.