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Dalle Opere Pie all’Istituto di San
Paolo di Torino 1853-1931
Sopravvissuta ai rivolgimenti di quasi tre
secoli, la Compagnia di San Paolo attraver-
sò una crisi profonda nel momento di pas-
saggio del Piemonte dall’assolutismo alla
monarchia costituzionale nel 1848, mentre
l’Italia andava faticosamente costituendosi
in Stato unitario e moderno. Con il diffon-
dersi delle idee liberali maturò negli
ambienti politici torinesi la convinzione
della necessità di abolire le congregazioni
religiose, incamerandone i beni. Nel 1853
Vittorio Emanuele II limitava le funzioni
della Compagnia all’esercizio delle pratiche
religiose, e affidava il patrimonio e l’ammi-
nistrazione delle
Opere Pie di San Paolo di
Torino
(
dal 1901
Istituto delle Opere Pie di
San Paolo in Torino. Beneficenza e Credito
)
ad una
Direzione
di nomina governativa e
municipale, con un presidente e un vice-
presidente di nomina regia.
Nel ventennio 1859-1879 l’attività credi-
tizia si sviluppò ampiamente. Giovanni
Giolitti, futuro grande statista e nel 1879
commissario regio delle Opere Pie di San
Paolo, descrive il Monte di pietà a interessi
come un vero e proprio istituto di credito,
con regolare servizio di conti correnti, nel
quale i prestiti su pegno rappresentavano
ormai meno della decima parte delle attivi-
tà. Fino al 1859 il Monte si era limitato a
ricevere depositi e a investirli in prestiti su
pegno; successivamente incominciò ad
impiegare i capitali eccedenti le richieste di
prestiti in nuove operazioni: acquisto di
titoli di Stato e obbligazioni garantite, anti-
cipazioni su titoli, mutui e conti correnti
ipotecari, portafoglio sconti, depositi pres-
so altri istituti di credito. Con l’assunzione
dell’esercizio del Credito fondiario nel
1867,
in concomitanza con le riforme agra-
rie e con l’incremento dell’edilizia urbana,
prese avvio un settore di attività molto rile-
vante anche successivamente per la banca.
In parallelo allo sviluppo industriale pie-
montese anche il San Paolo iniziò una fase di
vivace espansione, sempre improntata tutta-
via ad una politica di estrema cautela, che gli
permise di passare indenne sia attraverso la
crisi del 1887-1894, legata all’abuso del cre-
dito e alla speculazione edilizia, sia più tardi
alla grande crisi del 1929. Nel 1923 il Monte
di pietà ricevette con la classificazione nella
prima categoria il riconoscimento della pre-
valente attività bancaria, mentre l’Istituto si
L A S TOR I A P L UR I S E COL A R E
DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO
14.
Decreto con il quale Vittorio Emanuele II affida
l’amministrazione delle Opere Pie alla Direzione
delle Opere Pie di San Paolo, 13 febbraio 1853.