non solo lui, sottolineava al sovrano i rischi politici dell’ere-
sia, intesa come fomite di disordine e di corruzione morale,
civile, sociale e politica.
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desiderio radicato «di stato popolare», come, osservava il Della Rove-
re, avvenne in Germania con i tumulti dei contadini aderenti alla dot-
trina di Lutero o come per gli Anabattisti. Per questo si faceva urgente
la costituzione della lega dei principi cattolici il cui «generalato», anda-
va ribadendo il nunzio, doveva essere affidato al Savoia (AST, s.p.,
Let-
tere ministri
,
Francia, m. 1, Gerolamo Della Rovere al duca Emanuele
Filiberto, Parigi 19 maggio 1562). Si veda la lettera del 13 ottobre 1560,
da Mondovì (AST, s.p.,
Protocolli notai ducali
, 223
bis - rosso), di
nomina del consigliere di stato e ciambellano conte Giorgio Costa
Della Trinità a capitano generale per la repressione degli eretici in
Valle Angrogna, di Luserna e nelle valli valdesi, dove i richiami alla
difesa della fede cattolica si uniscono alla necessità di salvaguardare
l’ordine e la quiete dello stato, opponendo la visione della perversione
morale e politica dell’eresia alla bontà e all’utilità anche civile della
fede e della Chiesa cattolica, elementi tutti che appartenevano alla cul-
tura e alla visione del Possevino, per il quale il giorno seguente, sempre
da Mondovì, il duca inviava un dispaccio al suo tesoriere generale
Negron de Negro per saldargli ogni mese cinquanta scudi d’Italia, a
titolo di risarcimento delle spese che avrebbe sostenuto, in quanto gli
era stato imposto dal sovrano «di vacar intorno a più cose a servitio di
Dio et nostro». Il Possevino, infatti, oltre all’impegno delle missioni
nelle valli, ebbe dal duca il già citato conferimento della mansione di
assistente spirituale della spedizione militare del Della Trinità. Sulla
missione di repressione contro i valdesi, C
OMBA
, 1904-1905, 21 (1904),
pp. 1-32; 22 (1905), pp. 7-27; R
AVIOLA
, 2003*;
D
E
S
IMONE
, 1958,
pp. 127
sgg. Altra testimonianza di questa visione della situazione del momen-
to si ha nel cosiddetto
Memoriale Balbo
,
ove, tra l’altro si legge: «Che
in verità è cosa inaudita di udire et vedere come oggi quasi tutto il Cri-
stianesimo è fatto ribelle di Cristo et alla sua santa Chiesa, et ancora
alli Principi del Mondo, li loro sudditi sono poco amorevoli et rari sono
li fedeli anchora che ogni possanza talle sia data dal Signore Iddio, qual
comanda di ubbidirle et più forte si ordina per le leggi civili et canoni-
che, nondimeno questa diabolica passione tiene gli huomeni tanto liga-
ti che come fuor di senso et ubriachi seguono la parte et nome di due
bestie embriache et pestifere di Germania, di onde prese il nome tal