Il soggiorno gli aveva anche offerto la possibilità di appro-
fondire, tramite l’aiuto di uno dei più ricchi possidenti e più
volte sindaco, Giovanni Pietro Calcagno, la conoscenza stori-
ca, antiquaria e di geografia umanistica della città e dei terri-
tori piemontesi
12
.
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all’Indice dei libri proibiti
donec expurgetur
.
Già dal 1542, a Milano,
aveva aderito alla Riforma, soprattutto dopo aver ascoltato la predica-
zione di Bernardino Ochino e a Torino aveva avuto contatti con ugo-
notti e calvinisti, come confessa nella lettera inviata al riformatore di
Ginevra in data 27 maggio 1554, in cui, oltre alla deferenza nei con-
fronti di un maestro di teologia e di una fonte di vita spirituale, annun-
ciava di essere sospettato di eterodossia, per cui volontariamente, ma
un coevo amico biografo insinua su suggerimento della moglie, rinun-
ciava al suo incarico per ritornare nella nativa Borgolavezzaro, dove
verrà denunciato da un domenicano di un locale piccolo convento al
tribunale dell’Inquisizione di Novara, all’epoca del vescovo Giovanni
Morone (1552-1560). A Calvino il Merula confessava di leggere con
trasporto alcuni suoi libri e di aver fatto proselitismo tra i soldati della
compagnia di Antonio Savio, mentre a Torino e in Piemonte il dotto
novarese poteva consolidare la sua fede riformata anche attraverso la
conoscenza di Angelo Mainardi. La nobile lettera di congedo, inviata ai
decurioni della città, intendeva anticipare una più grave decisione degli
stessi a danno del maestro, che dichiarava di non poter sopportare le
accuse, a lui rivolte, di empietà e di eresia e, quindi, di corruzione delle
giovani menti nel corso del suo insegnamento. In realtà, sul congedo
del Merula potevano influire anche le difficoltà finanziarie del comune,
particolarmente gravi in quegli anni, soprattutto nel 1555 per l’aumen-
tata pressione fiscale dei governanti francesi. Nella sua qualità di inse-
gnante dei primi rudimenti del leggere e dello scrivere, il maestro pub-
blicava a Torino un piccolo fascicolo,
Syllabarum exactissima dimensio
Gaudentio Merula auctore
,
presso la tipografia di Martino Cravoto,
senza indicazione d’anno. Su Gaudenzio Merula ancora utili: B
UTTI
,
1899,
pp. 125-167, 333-392; Z
APPA
, 1963;
C
APONETTO
, 1992,
p. 327; S
EI-
DEL
M
ENCHI
, 1987;
L
ONGO
, 1998,
pp. 471-473.
12
Tuttavia il soggiorno a Torino, al di là dei sospetti, gli valse anche la
stima di alcuni decurioni, tra i quali il già citato Giovanni Pietro Cal-
cagno, ormai esponente di spicco per la sua ingente ricchezza di possi-
dente e per la presenza dominante nella municipalità a partire proprio