Com’è noto, il mondo della città, dopo i primi anni di
crisi per le carestie, le pestilenze e le guerre, era riuscito a
vivere un decennio di pacifica convivenza con il potere
francese, attraverso, soprattutto, la ricerca di unità e di
armonia con i dominatori da parte del corpo decurionale e
del municipio, che andavano progressivamente perdendo
gli elementi dell’antica nobiltà feudale, di cui Aleramo
Becuti era, per certi versi, il più illustre e socialmente rico-
nosciuto esponente, per dare spazio all’affermazione e al
potere degli uomini nuovi: mercanti, affaristi, commercian-
ti, artigiani, professionisti del diritto, della medicina, avvo-
cati, causidici, notai.
La città era in fase di espansione demografica per l’arri-
vo di vari forestieri provenienti dalle terre del Piemonte e
dai luoghi più vicini a Torino, i quali si inserirono ben presto
nel mondo della municipalità, raggiungendo anche le impor-
tanti cariche di sindaco e di chiavaro
8
.
La presenza di una
Camera dei conti e del Parlamento subalpino costituiva ulte-
riore garanzia di riconoscimento e di autonomia del potere
decurionale e dell’amministrazione cittadina
9
.
Torino ebbe
77
Infine, il 5 maggio i due personaggi citati chiedevano con insistenza al
governatore di allontanare da Torino «
presbiterum Raphaellum
»
e
«
quod expellantur luterani ne habeat pullulare sectam lutteranorum
».
Si
tratta solo di esempi che dimostrano come i deliberati cittadini regi-
strino un sempre maggiore impegno nella salvaguardia della fede cat-
tolica e dei comportamenti religiosi tradizionali. Il 15 aprile 1544 il
consiglio cittadino richiese all’arcivescovo di attivare la predicazione
domenicale nel duomo di S. Giovanni e sollecitò interventi dell’ordi-
nario contro i «luterani», gli inosservanti dei digiuni stabiliti dalla
chiesa e i pubblici concubinarii che in modo sacrilego si accostavano al
precetto pasquale (ASCT,
Ordinati
, 1544,
vol. 105, c. 10
r
).
8
Per la storia della città in periodo francese si veda l’importante qua-
dro tracciato da M
ERLIN
, 1998,
pp. 7-58.
9
Sono note alcune sentenze riguardanti cause di eresia emesse dal
Parlamento di Torino nel 1555, 1556, 1559 (S
CADUTO
, 1959,
p. 82, nota