Il richiamo all’apostolo delle genti, l’attenzione alla
predicazione intesa come promozione di un’attività repres-
siva nei confronti di gruppi, sette o singoli eretici, il culto
dei sacramenti e, soprattutto, dell’eucarestia, la lezione sui
testi sacri, il commento alle lettere di Paolo ebbero una loro
attestazione in città, durante il periodo dell’occupazione
francese
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,
caratterizzato, da un lato, per l’incremento della
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Nel 1542, quando il 24 gennaio il municipio aveva approvato la rifor-
ma delle parrocchie e dei monasteri, ristrutturati nel senso della con-
centrazione e della selezione delle varie istituzioni esistenti per la tra-
sformazione della città in grande fortificazione, il giorno 13 febbraio,
ormai in tempo quaresimale, il consiglio comunale provvedeva allo sti-
pendio di scudi 25 «
auri regis solis
»
in favore «
R.di domini magistri
Jheronimi Rachis pro lectura epistolarum sancti Pauli pro fide et lectu-
ra que fit in Ecclesia S. Dominici qualibet die dominico pro declarando
ipsas epistolas contra lutteranos
».
Le letture erano già iniziate dal
dicembre precedente (ASCT,
Ordinati
, 1541,
vol. 101, c. 8
r
).
Da un suc-
cessivo ordinato del 26 giugno 1542 (
ibid
. 1542,
vol. 103, c. 29
r
)
si
apprende che erano pagati dieci scudi del sole al Rachis (Rachia / Rac-
chia / Rachio), «
quia legit meliores lectiones et multos duxit labores
».
La «lettura ufficiale e controllata» delle epistole paoline, di grande
interesse per la controversistica antiluterana, era in quegli anni, vivaci
di dibattiti attorno all’evangelismo italiano, una consuetudine diffusa
presso chiese e gruppi, da parte di predicatori ufficiali o d’individui
particolarmente sensibili ed esperti nelle questioni religiose, divenute
anche un tema di attualità, se non un fatto di costume. L’anno citato,
poi, segna un momento cruciale dell’intervento controriformistico della
chiesa, dopo il fallimento dei colloqui tra rappresentanti cattolici e pro-
testanti a Ratisbona e la fuga di Bernardino Ochino (J
EDIN
, 1973,
p.
410;
O’M
ALLEY
, 1999,
pp. 117 sgg.). Un’interessante testimonianza sul-
l’importanza e sulla dimensione sociale della predicazione antiereticale
in quegli anni è quella del legato sabaudo presso il re di Francia, il
vescovo di Tolone, Girolamo Della Rovere, poi arcivescovo di Torino,
in una lettera al duca da Parigi, del 19 maggio 1562: «Hoggi il Re di
Navarra ha pregato Mons. il Cardinale di Lorena di predicar nella chiesa
di Nostra Dama di Parigi, dove egli ha predicato con infinito concorso di
gente, et per non prolongar troppo l’uffitio della messa, ha riservato
parte della predica avanti il Vespro, dove si è trovato ancora maggior