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l’amministrazione delle Opere pie della Compagnia di S.
Paolo mercé la creazione di una nuova Direzione delle mede-
sime a cui non è più chiamata a partecipare la Compagnia
stessa neppure nei termini in cui lo era in forza dei Reali
Decreti 30 ottobre 1851 e 11 gennaio 1852 il riferente si recò a
dovere di convocare la Consulta onde averne il parere sulli
provvedimenti che per avventura giudicasse di proporre a
farsi per parte della Compagnia.
Che essendosi la Consulta riunita a tal fine in casa del
signor marchese Massimino li 2 del corrente intervennero
alla medesima li signori cavaliere Vasco Rettore, marchese
Massimino, conte di Collegno
a
,
conte di Rovasenda, cavalie-
re Giacinto di Rovasenda, conte Pullini, cavaliere Peyretti,
commendatore Despine, barone Chionio, conte Placido
Nuvoli, barone Ludovico Cravosio, cavaliere Casimiro
Gibellini
b
,
conte Robbio e conte Maffei di S. Gillio.
In quale Consulta essendosi maturamente esaminato il
decreto reale 13 febbraio 1853 sovracitato, parve ad alcuni
che fosse opportuno l’opporre al medesimo una nuova pro-
testa della Compagnia, tanto più che in forza di esso viene
questa spogliata dell’amministrazione delle sue opere di reli-
gione e di culto, che col precedente decreto 30 ottobre 1851
c
erale stata esclusivamente riservata, e viene affatto discono-
sciuto l’ordine del giorno emanato dal Senato del Regno
intorno alla petizione della Compagnia.
Prevalse tuttavia presso la maggiorità dei signori consul-
tori l’opinione contraria pel riflesso che se non venne lascia-
ta alla Compagnia di S. Paolo l’amministrazione delle sue
opere di religione statale riservata col precedente decreto
ciò devesi attribuire all’essersi la Compagnia stessa rifiutata
ad assumerla nei termini e sotto le condizioni segnate dal
a
Segue
conte Luigi di Collegno
cancellato con tratto di penna.
b
Segue
cavaliere Gonella
cancellato con tratto di penna.
c
Segue
eragli
cancella-
to con tratto di penna.