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cavaliere Giriodi vice Rettore, marchese Massimino, conte
Maffei di S. Gillio, conte di Collegno, barone Boggio, com-
mendatore Despines, barone presidente Cravosio e cavalie-
re Gonella vice Economo generale.
Che essendosi in detta Consulta ventilato se non fosse
pregiudicievole alla Compagnia il mettersi in diretta relazio-
ne colla Direzione centrale creata col regio decreto 30 otto-
bre 1851 sia stato unanime avviso di limitare l’azione della
Compagnia a far constare della convenzione esistente coi
detti Reverendi Padri, e del disimpegno da essi dato alle
loro incombenze, osservandosi innoltre che detti Reverendi
Padri non avevano difficoltà ad attendere la riscossione del
loro avere sino alla scadenza del semestre, si stabiliva che si
sarebbe fatto constare quanto sovra, a piede della dimanda o
nota che verrebbe dai Padri presentata alla scadenza del
semestre, tanto per la elemosina delle messe, come per l’am-
montare convenuto per l’incommodo della loro celebrazione
ad ora fissa nell’Oratorio.
Nella stessa Consulta il Rettore esponeva pure come
undici confrattelli si fossero rifiutati di pagare le bollette
delle messe, e domandava se si dovevano spedire le bollette
pel pagamento dell’annuale, e la Consulta fu di parere una-
nime che ciò si avesse ad eseguire.
La congregazione udita la fatta relazione approvva il
parere della Consulta in tutto, autorizzando il signor Retto-
re a fare quelle dichiare che crederà opportune onde senza
pregiudicio della situazione della Compagnia possano i
Reverendi Padri di S. Tommaso venire soddisfatti del loro
avere, e delibera che l’ammontare degl’annuali venga versa-
to a mani del signor marchese Massimino Elemosiniere mag-
giore
a
per l’Oratorio tosto che sarà stato esatto.
Finalmente il signor Rettore eccita, ed invita i signori
a
Segue
per l’Oratorio
scritto in interlinea.