L’ANTICA COMPAGNIA DI SAN PAOLO
NELLA DIFFICILE TRANSIZIONE (1852-1853).
APPUNTI E DOCUMENTI
Walter E. Crivellin
Gli anni a ridosso del 1848 rappresentano anche per la
Compagnia di San Paolo una fase di particolare turbolenza.
Le circostanze stavano profondamente mutando e la Com-
pagnia «non poteva illudersi di transitare immune in mezzo
a questi tempi tumultuosi; agli occhi di certi gruppi essa rap-
presentava un residuo fossile dell’
ancien régime
»
1
.
Specie
dopo l’espulsione dei gesuiti
2
,
anche la Compagnia di San
Paolo, strettamente legata ai seguaci di sant’Ignazio, doveva
incontrare contestazioni, sospetti, accuse. Le accuse sfocia-
rono in iniziative parlamentari alle quali fece seguito una
commissione d’inchiesta che, ampiamente riconosciute le
benemerenze della Compagnia, riteneva però nel contempo
che questa non dovesse conservare l’amministrazione «asso-
luta ed esclusiva di uno tra li più cospicui patrimonii che esi-
stano nello Stato» e che pertanto «tutte le opere di benefi-
cenza, sinora dirette dalla Compagnia di San Paolo, avreb-
bero ad affidarsi ad un corpo di amministrazione speciale,
da costituirsi con elementi tolti dai varii ordini di cittadini, e
163
1
A
BRATE
, 1963,
p. 159. Sulla società torinese del periodo si veda
Storia
di Torino
, 2000,
vol. VI, in particolare, per gli aspetti economici, L
EVI
,
2000,
pp. 45-93 e, per la cultura cattolica, S
TELLA
, 2000,
pp. 493-525.
Negli anni del regno di Carlo Alberto i confratelli della Compagnia di
San Paolo «erano circa duecentocinquanta, appartenenti alla buona
nobiltà ed alla migliore borghesia»: P
AUTASSI
, 1961,
p. 261.
2
Sulla questione si vedano le recenti sintesi di M
ARTINA
, 1998,
pp. 410-
427;
I
D
., 2003,
pp. 73-88; S
OFFIETTI
, 1998,
pp. 445-451 con ampi riferi-
menti bibliografici.