essere uomini di buon nome, di buoni costumi, d’essercitio onesto,
zelosi dell’honor di Dio, risoluti di frequentare i santissimi sacramenti,
animati a sovenire i poveri vergognosi, amatori dell’istituto di questa
Compagnia, contenti d’aspettar di essere ricevuti, quando parerà al
Rettore, per prova de’ suoi buoni desiderii.
Si conserva anche un certo spirito di intima comunione
fraterna in senso ormai chiaramente devoto e morale, più
che simbolico e teologico
106
.
Più avanti, le regole approvate dall’arcivescovo Michele
Antonio Vibò e la più volte stampata
Breve istruzione per chi
desidera d’essere acettato nella Congregazione di San Paolo
107
concluderanno, in età di Antico Regime, il processo di ordi-
namento, di definizione e d’identità dei sanpaolini, almeno
sul piano statutario. Questi, originati da una ristretta
élite
di
cittadini attorno alla guida spirituale di un domenicano
inquisitore, impegnati ad essere cattolici e difensori della
fede contro nuovi predicatori, sette, forme di vita eterodosse
introdotte in Torino, già vivevano un clima spirituale e men-
tale segnato dallo spirito devoto e missionario o apostolico
della Compagnia di Gesù. Con essa sempre più strettamente
si uniranno, giungendo, anche con le attività dai molteplici
significati economici, finanziari, caritativi, assistenziali, ad un
pieno inserimento nella città e chiesa diocesana della Con-
troriforma
108
e nelle prerogative e sviluppi dell’assolutismo e
156
106
A p. 10 di queste
Regole
si legge: «Haverà ciascun Fratello un confi-
dente, l’officio del quale sarà d’animare l’altro et essere scambievol-
mente animato all’acquisto delle virtù, all’amore dell’instituto della
Compagnia, a frequentare a suoi tempi la Congregatione, all’osservan-
za delle regole».
107
T
ESAURO
, 1701**;
ASSP,
CSP
,
Statuti e regolamenti
,
scat. 1, fasc.
4
ter.
108
Si veda quanto si legge negli atti della visita apostolica di mons.
Angelo Peruzzi del 3 agosto 1584: «Eodem die visitavit oratorium con-
fraternitatis sive consortij Sancti Pauli et iudicavit oratorium ipse
valde pulchrum, bene ornatum et munitum subsedijs, et ibi conveniunt