ogni nequizia, auspicando e implorando che «gentes hereti-
corum et paganorum qui in sua feritate confidunt dexterae
tuae potentia conterantur».
Nel 1612 erano pubblicate altre regole che riflettevano
105
,
ancora non senza, forse, una qualche influenza del padre
Leonardo Magnano, lo sviluppo delle diverse istituzioni di
soccorso e di aiuto con i loro risvolti economici e sociali, e
sempre ritenendo che le opere, con la frequenza dei sacra-
menti, fossero fondamentali e necessarie per conseguire il
progresso dello spirito. Tali statuti, sottoscritti dall’ordinario
diocesano mons. Cesare Broglia, già sanpaolino, ripropone-
vano la partizione del 1591, con nuove articolazioni degli ele-
menti, messi in evidenza nella precedente legislazione.
In modo speciale si poneva particolare attenzione alla
legiferazione e al controllo della riscossione e distribuzione
delle elemosine, all’accertamento dei poveri vergognosi,
all’esercizio delle diverse opere di carità. Alta è la consape-
volezza dell’identità e del prestigio, nonché della forza della
Compagnia. Le varie norme sono indirizzate a dare maggio-
re efficienza ad un’istituzione ormai pienamente inserita e
riconosciuta nel mondo della città, dello stato e del principe
sabaudo, della corte ducale e della Chiesa del pontefice. I
sanpaolini diventano sempre più interlocutori diretti delle
istituzioni e dei poteri della città e del ducato; li coinvolgono
nella promozione, approvazione, collaborazione alle loro
opere e, nel contempo, il rilievo della società favorisce gli
associati nelle loro strategie di ascesa politica ed economica.
Dal versante dell’efficienza e della forza aggregativa ed
identitaria va anche letto l’elenco ormai specifico e ben
distinto «deli requisiti per l’ammissione»:
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105
Regole communi per i fratelli della Compagnia di San Paolo di Torino
,
Torino, Gio. Vincenzo Cavaleris, 1612, in ASSP,
CSP, Statuti e regolamen-
ti
,
scat. 1, fasc. 2: sul frontespizio si legge, forse di mano di padre Leonar-
do Magnano: «
Aprovate, sottoscritte dall’Ill.mo Arcivescovo nostro
».