1562
la prima riunione informale dei futuri confratelli in casa
Albosco, sottolinea il valore antiprotestante del culto dei
sacramenti e dell’importanza e venerazione dovuta al sacer-
dozio, ricorda gli antichi capitoli, probabilmente quelli da noi
commentati, ma non nella stessa redazione. Le regole del
1591
sono presentate come una revisione, compimento e
riduzione in nuova forma delle precedenti, che andavano,
evidentemente, adeguate agli sviluppi della società, resasi più
numerosa e più attiva in varie direzioni.
Esse hanno una diversa distribuzione e sono divise in
due parti:
Regole generali della Congregatione di San Paolo
,
i
cui capitoli, sostanzialmente, rispettano, negli argomenti,
quelli originari del 1563 e le
Regole communi a tutti i fratelli
di questa Compagnia
,
segnando una più precisa distinzione
tra le responsabilità dei vari ufficiali e i comportamenti pro-
pri di tutti gli associati, ormai definitivamente e dichiarata-
mente sottoposti alla direzione spirituale dei gesuiti. La
lezione di sacra scrittura era sostituita da esortazioni e ragio-
namenti ascetici nel contesto di una pietà fatta di orazione
mentale, di meditazione metodica, di esercizi spirituali, di
preghiera e devozione interiore.
Viene meno anche lo spazio cittadino più o meno diret-
tamente richiamato quale ambito di ripercusssione dei com-
portamenti esemplari dei cattolici confratelli, anche se, in
realtà, la Compagnia prendeva sempre più rilievo sull’intera
città e corte per i suoi uomini e le sue opere.
Essa, poi, già aveva una più articolata presenza sul ter-
ritorio con nuove società da lei dipendenti
103
.
Diversamente
151
103
Nei
Ponti dell’edificatione del Collegio di Turino per l’annuale del
1578
,
si legge: «Un altro sacerdote andato ad un’altra terra, oltra la fon-
datione della dottrina christiana, ha etiamdio istituita una compagnia
simile a quella di San Paulo che è qui in Turino, la quale ha per istituto
di confessarsi et comunicarsi ogni domenica, provedere alle necessità
de’ poveri vergognosi et pacificare le discordie tra cittadini» (ATSI,