una memorabile disputa vittoriosa su un maestro ugonotto.
La presenza dei gesuiti favoriva la predicazione missionaria
e l’insegnamento della dottrina cristiana, per cui il padre
Gagliardi, subentrato al padre Acosta nel 1568 e direttore
spirituale dei sanpaolini ancora nel 1573, annunciava al
generale Borgia che: «dopo i caldi, comincerà in duomo, le
feste dopo il vespro, una lezione sopra le controversie in vol-
gare» (20 luglio 1568)
90
.
Il duca, il 10 giugno 1570, a Vincenzo Parpaglia ricorda-
va il suo predicatore e direttore spirituale padre Giovanni
Canavera, frate minore, lettore anche nello studio della
città. Alle lezioni sacre tenute dal religioso «per utilità et
edificatione di questi popoli», Emanuele Filiberto fece
aggiungere «la lettura di sacra scrittura, specie delle lettere
di San Paolo», «avendovi come persona di rara et cattolica
dottrina», «nel qual esercitio et anche nelle sue predicazioni
si è veduto riuscire segnalato frutto sì in questa città, come a
Chambéry, Aste e Chieri et altri luoghi del nostro stato,
dove gli ho ordinato di predicare dappoi che mi fu concesso
dal suo generale»
91
.
Al 3 febbraio 1570 risale con ogni probabilità una delle
prime testimonianze scritte del Collegio dei nobili convitto-
ri, alla direzione del quale si distinsero i due sanpaolini
Nicolino Bossio e Guglielmo Baldessano. Quest’ultimo era
di Carmagnola, laureato in medicina, poi sacerdote e cano-
nico del duomo, rettore della Compagnia sanpaolina nei
primi anni della istituzione del Monte di pietà (rettore nel
1584;
vicerettore nel 1585; consigliere nel 1585 e nel 1587) e,
soprattutto, insegnante presso il Collegio, associato al Bos-
sio probabilmente dal 1578.
145
90
S
CADUTO
, 1992,
p. 331.
91
AST, s.p.,
Lettere ministri
,
Roma, m. 4.