Nel frattempo, il 26 febbraio 1567 il generale dei gesuiti
inviava a Torino il padre Diego Acosta, forse anche per
ingraziarsi il duca che ben conosceva la lingua spagnola. Con
lui vi erano altri compagni, il padre Luigi Suarez, Diego
Alvardo, maestro Giovanni Rosso, maestro Giovanni Anto-
nio Beneduci, Reginaldo de Clericis, Marco Antonio de
Bosco, Giovanni Battista Guidino, Giovanni Battista De
Bonis, Giovanni Vinche. Li accolse, anche, il più volte ricor-
dato messer Leonardo Magnano di Torino, sanpaolino e
gesuita.
Grande popolarità ebbe la predicazione del padre Aco-
sta in S. Benedetto, residenza primitiva dei padri e, poi, in S.
Dalmazzo, nuova sede, resasi necessaria anche per la grande
affluenza di popolazione alle prediche. Ai sanpaolini il padre
Acosta spiegava i salmi di Davide e, secondo una memoria
del padre Francesco Sacchini ricordata dal Tesauro, ebbe
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Francia, l’havere molte terre dove et in palese et in occulto vi sono ere-
tici calviniani in gran numero, li quali si ingegnano (come è loro solito)
tenere la intelligenza e stare uniti con quelli di Geneva et di Francia: et
come che il principe sia veramente cattolico cioè molto prudente, et si
sforzi con grande austerità conservarsi la reputatione conveniente al
suo grado, non di meno per la povertà dello stato non può assicurarsi,
con il provvedersi del numero delle fortezze necessarie, laonde bene
spesso come io ho toccato con mani, è costretto non fare, né permette-
re molte buone esecuzioni che desidera, temendo che ogni minimo
movimento potria apportare grandissimo disturbo alle cose sue, il
quale disturbo, quando poi accadesse (che a Dio non piaccia), scopren-
do le forze non pari al bisogno, veneria a diminuire l’autorità del Prin-
cipe et insieme la tema et obbedienza dei popoli verso S. A., la qual
cosa, se ne tempi nostri è avvenuta ne la Francia e ne la Fiandra a due
re potentissimi con gran pericolo di quegli stati, s’ha tanto più a temere
qui, per l’interesse proprio non pure del paese, ma etiamdio del rima-
nente de l’Italia, dela quale questa provincia si può dire la porta overo
la chiave principale» (F
ONZI
, 1960,
pp. 146-149). Sull’azione del Parpa-
glia a favore dei gesuiti si rinvia a L
ONGO
, 2000,
pp. 39-70; sulla fami-
glia Parpaglia, M
ANNO
, 1895-1906,
pp. 112-118.