obbligo, era espulso e gli assenti domenicali dovevano,
comunque, confessarsi e comunicarsi almeno una volta la set-
timana. Giornalmente, poi, si doveva praticare la comunione
spirituale e udire la santa messa.
Un capitolo ulteriore imponeva e regolava l’ascolto
delle lezioni di sacra scrittura la domenica, il martedì e il
giovedì o in altri giorni e la frequenza delle pubbliche predi-
cazioni «pur che siano di persone Cattoliche e cattolicamen-
te predichate», altrimenti «secondo li sacri canoni sono
obbligati fugirle»: parole che rimandano ai temi e problemi
della predicazione, da farsi con evidente sicurezza di profes-
sione di fede cattolica, allora affrontati dal duca, dai gesuiti,
dai missionari, dal Possevino in primo luogo e dallo stesso
clero. Del resto, insegnava san Paolo, la fede si acquista «per
l’oddito e l’oddito per la parola di Cristo».
In un altro capitolo si ritorna specificatamente sull’ele-
mosina, intesa, alla stregua quasi dei sacramenti, come uno
strumento efficacissimo di salvezza e di grazia, «perché dice
il sapiente che sì come l’acqua estingue il fuoco, così la ele-
mosina estingue il peccato. E tanto più che l’huomo per fare
elemosina non diviene povero». Si tratta, ci sembra, di osser-
vazioni che indirettamente paiono più ampiamente elabora-
te nella lettera dell’Albosco al Becuti. L’elemosina, intesa
non come
charitas
in senso spirituale e comunitario, ma
come opera buona per acquisire meriti, è dovere e preroga-
tiva di ogni cristiano e, ancor più, di chi sceglie la via della
perfezione. Essa è necessaria a ricchi e poveri perché cancel-
la il male e introduce nella patria celeste.
Erano anche proibiti i giochi, le bestemmie, l’usura e il
concubinaggio. Il padre spirituale doveva vigilare al riguar-
do e allontanare i rei ai fini di evitare le ire di Dio sulla
società, che, come si legge in Giosuè, si era irritato contro
tutto il popolo israelitico per il peccato di uno solo.
È indubbio che i capitoli del 1563 nella loro dichiarata
intenzione di fare dei sanpaolini dei cristiani perfetti ed
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