altrimenti, indicativa di una particolare attenzione e selezione
all’interno del mondo dell’indigenza, nel settore del declassa-
mento, «in cui i gesuiti entrano in forze e che già era egemo-
nizzato dai domenicani»
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.
Anzi si specifica che dovranno essere soccorsi sani e
infermi, secondo le disponibilità della Compagnia e «in
generale in beneficio tanto alli poveri di tutta la città, quan-
to alli infermi». Ci muoviamo, come detto, nell’ambito più
propriamente evangelico dei poveri di Gesù Cristo, dei «vec-
chi, infermi, vedove, orfani et simile altre conditioni di per-
sone costituite in necessità».
L’assistenza assume caratteri ben articolati e controllati.
Si dovranno fare inchieste tra i curati e i vicini di tutte le
contrade della città; si esamineranno
de visu
le reali situazio-
ni di indigenza, portandosi nelle case o nei luoghi di rifugio;
si stileranno degli elenchi da esporre all’interno dell’orato-
rio, della cappella o luogo della Compagnia. Ivi si terrà una
cassetta a due chiavi dove conservare l’elemosine offerte e
che i
visitatori
dovranno distribuire.
Il segretario è il vero e proprio conservatore delle
memorie dell’associazione e dei suoi atti. L’importanza di
tale ufficio viene, come sempre, motivata in modo alto: le
scritture da conservare, cioè i capitoli degli statuti, i nomi
dei confratelli, gli ordini fatti e da farsi, l’inventario delle
cose sacre e profane di proprietà della società sono conside-
rati simili «alle scritture che appartengono alla cristiana reli-
gione». Come queste ultime fanno da «scuto e bastione for-
tissimo da conservare et difendere la cattolica fede», così le
precedenti vanno tenute «a conservatione della Compagnia
nostra e per accrescimento di quella et anchora per consola-
tione dei fratelli quali seguiteranno noi». A tali significati
135
85
R
ICCI
, 1996.
Si pensi all’opera di Daniello Bartoli,
La povertà conten-
ta
,
dove si analizza l’angoscia di chi perde le ricchezze.