caratterizzano la società su altre associazioni confraternali e
devote, proponendo alla città un gruppo di uomini, impe-
gnati nel farsi modello per gli altri, secondo una vicenda
esemplare di professione di fede e di vita cattolica, in cui la
funzione del prete era quella dell’interprete e della guida
alla perfezione interiore, come ancor più evidente sarà nelle
regole riviste del 1591: insomma un ruolo sacerdotale e
sacramentale, in stretta opposizione alle eresie dei riformati.
Il Possevino, definendo l’Albosco «avvocato e predicatore di
Cristo», ci offre la possibilità di richiamare, ancora, il conte-
sto delle origini, con particolare attenzione alla diffusione e
difesa della fede cattolica attraverso la predicazione, nel
caso dei sanpaolini una predicazione vivente, fatta di vita
esemplare. Si trattava, per certi versi, di opporsi a quanto
denunciato nei documenti che accompagnarono la legazione
del Parvopassu presso il re di Francia nel 1562, contro colo-
ro: «qui se disent ministres les quels veuillont prescher nou-
velles loix, nouvelle mode et forme de vivre contraires des
universelles et catholiques auxquelles les habitants de çais
ville ont estè nourris et ont vesçu jusqu’à aujourdhui»
79
.
Tra gli ufficiali si prevedono, oltre al rettore, il viceret-
tore, i consiglieri, il tesoriere, i visitatori dei poveri e degli
infermi confratelli, il sacrista e l’usciere, il maestro e istrut-
tore dei novizi, figure e ruoli sostanzialmente mantenuti
anche nelle regole del 1591
80
e in quelle del 1612, approvate
dall’arcivescovo Broglia, lui pure sanpaolino, evidentemente
adeguate al nuovo contesto di sviluppo delle opere assisten-
ziali, caritative, economiche che la società si era dato.
132
79
ASCT,
Carte sciolte
,
Cassetta di legno detta del miracolo del santissi-
mo sacramento, 936/10.
80
Institutione et regole della Compagnia
, 1591.
Copia fotostatica in
ASSP,
CSP, Statuti e regolamenti
,
scat. 1, fasc. 1 bis/1. Si citerà sempre
da questo testo.