Va ricordata, inoltre, la Compagnia della Madonna per vedo-
ve e nubili che non intendevano entrare in monastero e per
quelle che per qualsiasi motivo non vi potevano accedere
78
.
Al padre spirituale dei sanpaolini, di perfetta vita cri-
stiana e di totale fedeltà alla Chiesa di Roma, si riconosceva
il ruolo di protagonista degli sviluppi e del successo dell’isti-
tuzione.
La condizione laica dei membri, in gran parte, alle origi-
ni, provenienti dal mondo mercantile, e la fortissima respon-
sabilità e il protagonismo religioso del direttore spirituale
131
et perderà l’habito, il quale si darà al servitio del hospitale per i poveri.
Essendo la Compagnia istituita et dedicata più ale opere che ad altro,
perciò si è ordinato che per la mortificatione anche delle sorelle, che
ogni venerdì tuti li poveri del hospitale sieno visitati da due delle sorel-
le, quali li agiuterano di servire al disnare et cena loro con carità, facen-
doli in quei doi pasti elemosina di qualche bon pane bianco o vino o
confiture o altre simili cosse; secondo loro parere e piacere, per socor-
so de loro infirmità, atesa la povertà del hospitale, le quali due sorelle
se anderano mudando ogni venerdì secondo che da la priora e consi-
gliere sarano date in lista e nessuna averà ardire di refusar questa santa
opera sotopena di pagar l’emenda» (
Libro delle Signore Sorelle della
Compagnia dell’Humiltà,
s.d., c. 30
r
-
v
).
La marchesa di Masserano,
Claudia di Savoia Racconigi, fu priora nel 1590-91; la marchesa di Pia-
nezza, Beatrice Langosco, fu priora nel 1592-93; Bona di Savoia fu
sotto priora nel 1591-92 e priora nel 1593-94. Come la Sanpaolina,
anche la compagnia femminile decadde in conseguenza della peste del
1599-1600.
Il Tesauro dice che essa fu rinnovata dal padre Leonardo
Magnano, di cui le «dame» erano penitenti, intorno al 1605. La stessa
compagnia prese sotto la sua protezione la Casa del soccorso delle ver-
gini, fondata dal più volte citato gesuita (T
ESAURO
, 2003,
pp. 205-207,
222-223).
La scelta della protettrice santa Elisabetta, spiega il Tesauro,
era stata fatta in onore e venerazione della «primiera a far entrare il
fasto regale dentro alle basse e sordide capanne, e congiungendo una
profonda umiltà con l’altezza della fortuna, trattar con mano signorile
le stomachevoli piaghe di vivissimi leprosi, e, per nutrir mendichi, farsi
mendica» (
ibid
.,
p. 205).
78
Regola della Compagnia della Madonna
, 1586.