tenere tre lezioni alla settimana di sacra scrittura e illustrare
i temi relativi alla salvezza eterna. Inoltre, doveva confessa-
re e comunicare i confratelli almeno ogni sette giorni. La
Compagnia escludeva le donne con precisa ingiunzione sta-
tutaria, non ripetuta nel 1591, anche se tale rimase la com-
posizione di genere dell’associazione.
Tuttavia, come è noto, il mondo femminile espresse sue
specifiche attività caritative e di pietà con importanti istitu-
zioni, più o meno collegate con l’associazione maschile. Si
veda, soprattutto, la Compagnia dell’umiltà, sotto la prote-
zione di Santa Elisabetta, di cui si hanno testimonianze a
partire dal 1590. Simile nella organizzazione alla Compagnia
di San Paolo, essa promuoveva opere di carità e di assisten-
za ai poveri e agli infermi. Si radunava nella cappella dell’o-
spedale cittadino di S. Giovanni e nel 1590 fruiva dell’assi-
stenza spirituale del gesuita Giovanni Antonio (Battista)
Rosetto. Vi erano ascritte «le principali dame», signore
nobili e di rango della città e dello stato, tra cui le marchese
di Masserano e di Pianezza, Bona di Savoia e molte altre
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.
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Sulla Compagnia dell’umiltà,
Libro delle Signore Sorelle della Com-
pagnia dell’Humiltà cominciando dall’anno 1590 sino all’anno 1638
(
AST, s.p.,
Biblioteca Antica
,
X-II-2). Si veda tra gli
Ordini del Priorato
della Signora Caterina Vialla
del 15 dicembre 1591: «Generalmente
tutte le sorelle della Compagnia saranno tenute di viver in questa Com-
pagnia con tutta l’humiltà, carità et diligenza alle devozioni a loro posi-
bile, et non vestir superbamente, né far altri atti scandalosi ala Compa-
gnia et prossimo et presteranno ogni sorte di obbedienza et riverenza
con umiltà alla priora et sotopriora et osserveranno volentieri per
humiltà tutti li suoi ordini, sì fati che da farsi, a fin che il tuto camini
dritamente a honore et gloria del signore Iddio, della Beata Vergine et
della gloriosa santa Elisabetta nostra advocata et essendoli qualcaduna
dele sorelle inobediente, pagarà per la prima volta se sarà richa libbre
una di cera et se sarà povera libbre meza et per la seconda volta libbre
due di cera et la povera libra una per servitio del altare con una emenda
al piacer della Priora et per la terza volta sarà cassiata dalla Compagnia