fortissimi bastioni che più si debbono difendere e frequenta-
re «quali dalli inimici nostri sono più oppugnati».
Tali espressioni indicano una concezione della vita spiri-
tuale come cristiana milizia, azione di maggiore difesa «là
dove l’inimico usa maggior sforzo». Si tratta di uno sfondo
ideologico e mentale non certo nuovo e già sotteso ai docu-
menti che in parte siamo andati citando, soprattutto alle lette-
re del Possevino. In questa situazione si era posta la necessità
di fondare una ristretta accolta di uomini che, ritirandosi «dal-
l’abusato et scorretto vivere del volgo, si uniscono e frequen-
tano con sincerità di cuore la sancta et sacramentale confes-
sione et sacratissima comunione per formare una Compagnia
de cattolici», termine caro all’Albosco, sulla scia della predi-
cazione e delle missioni dei gesuiti e del Possevino.
La società si proponeva la professione e difesa della
fede sino alla morte; le sue armi erano la confessione e la
comunione frequente.
Tutti gli altri impegni sono complementari alla pratica
delle due precedenti prerogative. Nel primo capitolo si indi-
ca l’origine giuridica e, per così dire, istituzionale del grup-
po
76
.
Dopo la definizione della sua natura, grande risalto
viene dato alla figura del padre spirituale, frate o prete seco-
lare, vero direttore dello spirito e delle coscienze, che dove-
va ascoltare e aiutare ciascuno nei suoi bisogni spirituali,
129
76
Si ricorda la congregazione del 18 aprile 1563 nel capitolo del con-
vento di S. Domenico, con l’approvazione del vicario generale, forse
Pietro Maria Carranza, alla presenza del direttore spirituale padre Pie-
tro da Quinziano, che non è detto inquisitore ma, significativamente,
lettore della sacra scrittura nel duomo di Torino, a sottolineare una
consuetudine che si era diffusa e che stava o doveva riprendere proprio
in quegli anni, caratterizzati dalla presenza di circoli e di conventicole
di predicatori riformati, che sulla lettura libera del testo sacro fondava-
no le loro opinioni e visioni teologiche. Nel manoscritto tra i confratel-
li è solo ricordato l’Albosco, forse perché gli altri nomi non sono stati
trascritti.