accordato alla figura del direttore spirituale, una sorta,
potremmo dire, di “generale” dei “compagni”, vera e pro-
pria causa efficiente ed efficace del gruppo, deve essere letto
all’interno dell’apologia e della tradizione di difesa e di esal-
tazione della natura, del ruolo e dei compiti del sacerdozio
cattolico.
Ci troviamo di fronte, per così dire, ad una piccola con-
grega di spiriti scelti, che entreranno nella Compagnia di San
Paolo anche per motivi di affermazione, di strategia politica
111
1607,
relativa ad un quadro di san Bernardo, che sarebbe stato posse-
duto da san Carlo Borromeo e da questi donato alla sua zia Madama di
Casalvolone, «santa donna, qual se stessa si chiamava signora Strazona,
poiché di stracci vestiva e donava ogni cosa a poveri, è sepolta avanti
l’Altar grande di chiesa nostra [Santi Martiri], con mio fratello Marco
Antonio». In queste parole sembra riflettersi lo spirito di umiliazione e
di dedizione ai poveri presente nella Compagnia di Santa Elisabetta o
della umiltà, attestata dal 1590, a cui non era certo estraneo lo stesso
gesuita (AST, s.p.,
Conventi soppressi
,
m. 633). In ASSP,
CSP, Brevi
pontifici delle indulgenze
,
scat. 191, fasc. 2, si conserva una dichiarazio-
ne del padre provinciale della Compagnia di Gesù Bernardino Rosi-
gnolo, del 7 agosto 1594, relativa all’indulgenza da lui ottenuta «al Qua-
dro della Congregazione di S. Paolo di Torino». Si tratta delle indulgen-
ze già concesse da Gregorio XIII, il 28 luglio, e da Innocenzo IX, il 21
dicembre 1591. Alla dichiarazione è apposta un’aggiunta autografa,
probabilmente del padre Magnano, che recita: «Nel medemo tempo
furono posti da me P. Leonardo Magnano n. 6 grani delle Philippine
nella Congregazione di S. Paulo, legati con catenelle et un altro grano
posto nel Reliquiario del altare». I documenti confermano lo spirito
devozionale, che accanto alla direzione spirituale delle anime e all’im-
pegno caritativo distingueva il gesuita. Il fratello Marc’Antonio Magna-
no fu sindaco e chiavaro della città. Attestato nella Compagnia dal 1579
al 1599, fu rettore nel 1586 e spesso consigliere (T
ESAURO
, 2003,
p. 166).
Ancora dell’attività di rinnovamento della vita religiosa della città ad
opera del padre Magnano, nel senso devoto e di regolato fervore, onde
evitare anche forme di superstizione e di magia, ci informa la lettera del
luglio 1594 in ARSI,
Mediolan. Histor
., 1554-1603, 76/1,
inserto XXII.