dal pontefice Pio IV, avrebbe dato ai suoi figli spirituali di
mettersi sotto la direzione dei gesuiti, per cui allo storico
risultava opportuno ricordare che nel 1543 a Goa, ad opera
di zelanti portoghesi, era stata istituita una Compagnia,
detta anche Seminario della santa fede o Seminario di San
Paolo: «in risguardo del titolo della chiesa dedicata alla
conversione di quell’apostolo».
Al riguardo, il Tesauro, nel rispetto della sua storiogra-
fia delle simmetrie numerologiche, parallelismi, occorrenze
e contrapposizioni provvidenzialistiche tra eretici, Compa-
gnia di Gesù e sanpaolini, conclude: «Talché in uno istesso
secolo, nell’uno e nell’altro emisferio, queste due Compa-
gnie di San Paolo, senza saper l’una dell’altra, parean copia-
te l’una dall’altra: e ambedue date a reggere agli stessi padri
da quel divino Spirito che regge il mondo». In realtà, la
Compagnia di Goa, come scriveva Daniello Bartoli, era
sorta per «prendersi a cuore l’allevar nella Fede a spese
della pubblica carità i fanciulli che si convertivano», tanto da
dar origine ad un vero e proprio seminario affidato ai gesui-
ti. Non si sa se tra gli originari sanpaolini, soprattutto l’Al-
bosco che conosciamo lettore di
Lettere dell’Indie
,
ci fosse la
conoscenza dell’istituzione goana. Indubbiamente lo spirito
delle Indie aleggiava tra di loro, come il «divino Spirito»
tipico della pietà e della visione religiosa dei primi gesuiti
informava la ricostruzione storica del Tesauro
45
.
La rinnovata e ufficiale riunione della Compagnia del
gennaio 1563, infine, si colloca anche in un momento di crisi
dell’attività dei predicatori a Torino e in Piemonte, tanto
sollecitata dai pontefici.
Il Tesauro non discute, presentandoci i sette fondatori
quali esemplari coraggiosi di fede e di ascesi fino all’eroismo,
104
45
T
ESAURO
, 2003,
pp. 141-143; B
ARTOLI
, 1825,
pp. 107-111.