o declassati
40
.
Ancora, l’insistenza sulla segretezza nell’ope-
rare, caratteristica degli Oratori del Divino Amore, non è
così esplicita, almeno nelle prime regole, per la Compagnia
di San Paolo, dove, successivamente, invece, s’imporrà di
bruciare annualmente le carte compromettenti «acciò non
appaia il vestigio del nome e del cognome de’ poveri», men-
tre alle origini si compilavano schede ufficiali dei bisognosi
da tenersi pubblicamente nell’oratorio della confraternita
41
.
Il rapporto poveri-società aveva registrato nei decenni
iniziali del XVI secolo, nel contesto dell’evoluzione econo-
mica e sociale degli stati, anche le prime legislazioni di inter-
vento cittadino, di controllo e di repressione. A Torino vi
provvedeva, soprattutto, l’ospedale di San Giovanni, di
amministrazione civica ed ecclesiastica. Lo svilupparsi dei
processi di rifeudalizzazione veniva a negare la mobilità tra
le classi e a riaffermare l’intangibilità degli ordini sociali con
il diffondersi delle iniziative per i «vergognosi» nel senso
anche del loro occultamento, del vivere «come nottole nelle
tenebre», secondo un’efficace immagine di Stefano Guazzo,
mentre, sotto la spinta dell’individualismo borghese e degli
stessi percorsi di nobilitamento dei nuovi ricchi, si andava
infrangendo l’idea di una solidarietà di fondo tra le classi
42
.
102
40
Nelle regole del 1563 si scrive di «poveri di Cristo» e di «poveri di
sorte» e di tutti i poveri della città. Anche nel verbale della Compagnia
che proponeva la fondazione del Monte di pietà, del 15 novembre 1579,
si legge: «Parendo che tal pia opera dovessi esser abbracciata dalla
detta Compagnia per esser in agiuto de’ poveri, in agiuto de quali la
Compagnia per particolar istituto ha cura di sovvenirli delle elemosine
d’essa, oltre altre opere pie conforme alli capitoli d’essa compagnia»
(
ASSP,
MP, Verbali - ordinati,
vol. 196).
41
R
ICCI
, 1996,
p. 113.
42
Per queste indicazioni si rimanda a R
ICCI
, 1996;
S
OLFAROLI
C
AMIL-
LOCCI,
2002.
Per la situazione in Piemonte, E
RBA
, 1982;
inoltre: R
ICCI
,
1983,
pp. 158-177; G
RENDI
, 1965,
pp. 241-311; I
D.
, 1982,
pp. 59-75; R
OSA
,
1980,
pp. 769-806. In generale, si rinvia solo ad alcune opere ormai clas-
siche: G
EREMEK
, 1986;
G
UTTON
, 1979;
P
ULLAN,
1978,
pp. 981-1047.