La progressiva introduzione della finanza straordinaria
favorì la loro scalata sociale: anticiparono ingenti somme al
duca, ricoprirono importanti cariche, ottennero l’appalto di
alcune gabelle, si occuparono di riscuotere i sussidi delle
potenze straniere. Nel contempo, la possibilità di erogare
prontamente ingenti somme di denaro, la stima e la fiducia di
cui godevano favorirono il loro ingresso nell’
entourage
dei
mercanti e banchieri di corte. Riuscirono in questo modo a
ricoprire un duplice ruolo come imprenditori privati e funzio-
nari sabaudi. Carlo sarebbe entrato a far parte del consiglio
cittadino e otterrà importanti cariche al servizio del duca,
trampolino di lancio verso il titolo nobiliare e l’integrazione al
più alto livello della società di corte. Ottavio, nel corso della
sua vita, avrebbe ricoperto incarichi minori, ma non per que-
sto secondari, nell’amministrazione municipale e ducale.
Anche Solutore e Riccardo entrarono a far parte del
mondo del commercio e della finanza. A differenza dei due
fratelli maggiori si inserirono in questo ambiente solamente
dopo avere svolto un periodo di tirocinio all’estero, nel corso
del quale acquisirono una discreta formazione professionale
basata sulla conoscenza delle lingue, della matematica
81
,
della
contabilità, che permise loro di padroneggiare il complesso si-
stema del cambio mediante lettera su scala europea. Proprio
per questi motivi risiedettero alcuni anni a Roma, in varie
zone della Francia e della Spagna
82
,
dove entrarono in contat-
to con diversi mercanti e banchieri, specializzandosi soprattutto
nel settore bancario. Nel corso della loro carriera praticarono
148
altre ancora nel cuneese e nell’astigiano (AST, s.r.,
Insinuazione di
Torino
, 1629,
lib. 2, vol. 2, cc. 767
r
-777
v
).
81
Il testo fondamentale per gli studi matematici era allora la
Summa de
arithmetica, geometria, proportioni et proportionalità
di fra Luca Pacioli
(1445-1514).
Sulla figura di Luca Pacioli, cfr. B
OYER
, 1998,
pp. 322-324.
82
AST, s.r.,
Insinuazione di Torino
, 1626,
lib. 10, cc. 481
r
-488
v
.