che segue: – Figliuol mio, non defraudar la limosina del povero,
e dal povero non rivolger gli occhi
366
–. 10.
Un altro del preme-
morato Boccadoro è molto preciso: – Egli è impossibile di
accostarsi non pure al vestibolo del celeste regno senza limo-
sina
367
–.
L’ultimo è del medesimo, molto appropriato a’ confra-
telli quand’entrano nel loro oratorio: – Entra con le man vuote
dinanzi a Dio chi, venendo all’orazione, non fa limosina
368
–.
Talché chi non sentisse pietà verso i poveri, entrando nel
Monte di pietà necessariamente l’impara, in pratica dalle pre-
stanze, in teorica dalle mura.
265
260
265
366
9.
Fili eleemosinam pauperis ne defraudes et oculos tuos ne transver-
tas a paupere.
V
ULG
.,
Ecclesiasticus (sive Sirach)
, 4, 1.
367
10.
Impossibile est sine eleemosina caelestis regni vel vestibulum
attingere.
G
IOVANNI
C
RISOSTOMO
,
Commentarius in Johannem apostolum et evangelistam,
Homilia XXIII,
3 (
PG 59, 143).
368
11.
Vacuus intrat ante Deum qui, veniens ad orationem, nullam elee-
mosinam facit.
Cfr. G
IOVANNI
C
RISOSTOMO
,
In Homiliam de negatione Petri,
3 (
PG 59, 619): «Si
nec absque eleemosynam tibi unquam ad orationem accedendum est» e
«
Numquam sacra haec vestibula ingredi absque eleemosyna…»; I
D
.,
De verbis
apostoli habentes autem eumdem spiritum fidei…,
III, 12 (PG 51, 300): «ita nec
absque eleemosyna ad precandum umquam accedas». Nel testo: «eleesimosi-
nam» al posto di «eleemosinam».