ti, regolamenti, ordinati e verbali di delibera-
zioni, corrispondenza di ciascuna Opera.
La ripartizione, frutto della complessità
dell’ente e dello stratificarsi dei riordini
non è rigida né lineare. Le serie dei lasciti
e dei censi, ad esempio, non sono suddivi-
se per opera, mentre per converso ordinati
e verbali che in origine costituivano una
serie unica, furono successivamente (pro-
babilmente nel 1889, con la riorganizzazio-
ne attuata dal segretario generale Balsamo
Crivelli) raccolti per Opera, in modo talvol-
ta forzato, e condizionati in volumi.
Ordinati e verbali delle riunioni dei confra-
telli costituiscono nel loro insieme una serie
pressoché completa a partire dal 1579; i
coevi repertori analitici per materia agevola-
no la ricerca e sopperiscono alle perdite di
alcuni atti originali. Unitamente alle raccolte
alfabetiche dei lasciti - circa trecento - conte-
nenti testamenti, contratti di compravendita
e di affitto, donazioni, doti, atti di lite, corri-
spondenza, e dei censi, tramite i quali la
Compagnia erogava a un privato o ad un
comune una somma di denaro, in cambio di
una rendita costituita su un bene immobile,
costituiscono una fonte importante non solo
per la storia della Compagnia, ma anche per
la storia sociale, giuridica, economica, reli-
giosa del Piemonte.
A partire dal 1701 sono disponibili conti,
rendiconti e registri di consistenza patrimonia-
le, fonte utile non solo per esaminare la politi-
ca degli investimenti, ma consultata anche per
ricerche puntuali su case, opere d’arte, eredi-
tà, cultura materiale, vita quotidiana.
Oltre un centinaio sono gli atti in pergame-
na, spesso muniti di sigillo: bolle papali,
patenti ducali, diplomi imperiali, atti notarili.
Fanno parte integrale dell’archivio anche
gli atti della Commissione amministrativa
per gli ospizi e degli ospedali e dell’Ufficio
generale di beneficenza, subentrati alla
Compagnia nel periodo francese, in parti-
colare i verbali, la corrispondenza, i libri
mastri del Monte di pietà.
Ricca e preziosa è la sezione degli archi-
vi aggregati, tra i quali si annovera il docu-
mento più antico dell’archivio, una perga-
mena del 1362. Essa comprende carte di
famiglie e privati (circa centocinquanta
nominativi), di comunità e feudi (una
trentina), di monasteri e abbazie, di mem-
bri di casa Savoia, tra i quali Vittorio
Amedeo, principe di Carignano (1690-
1741),
incarti relativi all’amministrazione
e alla diplomazia sabauda, brevi pontifici.
La maggior parte di questi fondi è giunta
con ogni probabilità alla Compagnia di
San Paolo assieme ai patrimoni ereditati
attraverso i lasciti e talvolta a corredo di
beni acquistati. Di particolare interesse è il
fondo De Marini che si apre con le carte di
Claudio De Marini (1574-1629), ambascia-
tore di Luigi XIII alla corte sabauda e si
conclude con quelle di Cosimo Francesco
(
m. 1739), agente del re di Sardegna pres-
so la Repubblica di Venezia.
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27.
Libro degli ordinati del Monte di pietà,
1579-1633,
pagina iniziale.
I FONDI DELL’ARCHIVIO STORICO