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derà sempre maggiori incarichi e dignità.
Di nobile e antico casato, Filippo ha girato
l’Europa, ben conosce le corti e le insidie
che vi albergano. Prudente e misurato ma,
all’occorrenza, fermissimo nel sostenere
Maria Cristina durante la reggenza, è
anche ispiratore, inventore e artefice delle
feste di corte, di cui abbiamo splendida
documentazione nei preziosi codici minia-
ti di G. Tommaso Borgonio: tornei, carosel-
li, balletti, a esaltazione e onore della sto-
ria sabauda e della Reggente, “Diamante,
Giglio e Sole” del Ducato.
La collaborazione e il consiglio di Filippo
d’Agliè saranno determinanti anche nell’edi-
ficazione della Vigna di Madama Reale.
Michelangelo Morello segue i lunghi e
complessi interventi sulla collina, insidiata
da acque sotterranee e frane; fra il 1648 e il
1653
il lavoro infine si compie su progetto di
Andrea Costaguta, padre Carmelitano, con-
fessore di Maria Cristina e architetto. Filippo
d’Agliè dirige i lavori, confortato dai consigli
di Amedeo di Castellamonte. In quegli anni,
con le stesse maestranze e su progetto del
Castellamonte, avanzano gli interventi nel
prospiciente Castello del Valentino, residen-
za ufficiale di Maria Cristina.
Noi oggi possiamo solo immaginare la
Vigna come era, frutto di caparbia volontà
realizzatrice che, nella residenza privata, tra-
sfonde il desiderio di piena autonomia.
Maria Cristina la vuole magnifica e abitabile,
LA VIGNA DI MADAMA REALE
MARIA CRISTINA DI FRANCIA
3.
Filippo D’Agliè e Tommaso Borgonio, Il trionfo del Gridelino, il colore di Cristina di Francia da
Il
Gridelino
,
balletto a Torino l’ultimo giorno di carnevale 1653. Torino, Biblioteca Nazionale.
Nella pagina seguente: 4. Tommaso Borgonio, Veduta prospettica della Vigna di Madama Reale, dal
Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis
,
Amsterdam, Blaeu, 1682.