di carriera, di appartenenza ad un gruppo di poteri e tra poteri». Va regi-
strata anche a questo proposito – scrive ancora Longo – la tendenza, «da
parte dei primi confratelli della società, in gran parte legati al mondo
dell’amministrazione e del municipio cittadino, di voler coinvolgere l’an-
tica nobiltà», come risulta nella complessa vicenda Albosco-Becuti.
Ampio spazio viene dedicato, infine, agli statuti della Compagnia nelle
prime due formulazioni del 1563 e del 1591. Si tratta di norme fortemen-
te impregnate, specie nella prima redazione, da spirito controriformisti-
co e da austero rigore comportamentale, a cui si affiancherà progressiva-
mente una dimensione religiosa intesa come «spazio elettivo di un’ami-
cizia spirituale, di una fraternità di emulazione di santi comportamenti e
atteggiamenti», per una vita di fede ugualmente attenta agli aspetti di
devozione e di carità vissuta, che porteranno la Compagnia ad assumere
ruoli sempre più socialmente e politicamente rilevanti.
La fase che segna il passaggio dall’antica Compagnia al nuovo ente
delle Opere Pie di San Paolo è oggetto del contributo che conclude il
Quaderno. Alla netta opposizione dei confratelli della congregazione
nei confronti del nuovo corso – già nota nelle sue principali affermazio-
ni e qui ulteriormente ribadita – si affiancano ulteriori puntualizzazioni
ricavate dall’esame degli ordinati relativi ai momenti più controversi
della polemica. La documentazione, in larga parte inedita, attesta l’at-
teggiamento dell’antica Compagnia volto a difendere fermamente il
principio, ritenuto irrinunciabile, del carattere privato della stessa nella
sua qualità di opera pia e unica proprietaria dei beni gestiti. L’inconci-
liabilità delle posizioni lasciava spazio ad una duplice prospettiva, da un
lato il nuovo sviluppo dell’ente sul fronte dell’attività creditizia, accanto
al consolidato ruolo sociale nel settore assistenziale ed educativo, dal-
l’altro il ripiegamento sul fronte pressoché esclusivo della pratica reli-
giosa.
Walter E. Crivellin
Bruno Signorelli
Università di Torino
Presidente della S.P.A.B.A.
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