103
per la pensione di Margarita Fiore, il cui ingresso al Soccorso nel 1715 avvenne
per intervento della stessa Madama Reale
156
.
Troviamo ancora un’esponente
di questo gruppo nel 1763, con la baronessa Paola Piossasco che intervenne
per l’ingresso della cattolizzata Gioanna Mojetta, benché la pensione fosse
pagata da un certo Bianco. Come ho già evidenziato nel paragrafo preceden-
te infatti, anche l’ammissione delle cattolizzate richiedeva una raccomanda-
zione e un garante. Sin dal secondo decennio del Settecento, fra gli uomini
fideiussori iniziano a emergere esponenti della nobiltà attiva nelle cariche più
elevate della pubblica amministrazione. Dal 1714 troviamo il consigliere di
Stato e presidente patrimoniale e di finanze Gabuti, impegnato nel pagamen-
to della retta per una certa Bolleman
157
.
Un anno dopo troviamo l’auditore
generale e controllore generale della casa di “Sua Altezza Reale”, il conte
Gabriele Grondona
158
,
come fideiussore di una giovane originaria di Varallo e
ammessa al Deposito.Ad essi si affiancano esponenti dell’
élite
non nobile ma
di particolare prestigio.Tale fu il banchiere Bogetto, fideiussore di Anna Lucia
Dalmassa, che fece il suo ingresso nel Soccorso nel 1715 come pensionaria
159
.
Molti fideiussori e patroni furono confratelli della Compagnia: Gabriele
Grondona entrò a farne parte nel 1676, Ignazio Gabuti nel 1698 e Gabrie-
le Bogetto nel 1704
160
.
Per ciò che riguarda il marchese Pallavicino emerge
un legame addirittura plurigenerazionale, se pensiamo che Tesauro ricorda
un suo avo, il marchese Giacomo Aurelio Pallavicino come vicerettore della
Compagnia nel 1598, alla vigilia della peste
161
.
Un certo numero di questi personaggi li ritroviamo poi come autori di
lasciti testamentari a favore della Compagnia e delle sue opere. La marchesa
d’Entracque lasciò alla Compagnia di San Paolo lire 20.000 per monacare
156
ASSP, I,
CSP
,
Repertori dei lasciti
, 163,
s.v.
«
Soccorso», ordinato dell’11 agosto 1715.
157
ASSP, I,
CSP
,
Bilanci
, 33,
conto del Soccorso del 1714.
158
Nacque a Torino nel 1653 e morì nel 1724. Era figlio di Marc’Antonio, consigliere, con-
trollore generale della casa di “Sua Altezza” e tesoriere di “Sua Altezza”. Sposò Clara Mar-
gherita Quadro di Ceresole, figlia anch’essa di un auditore, Giampietro (Manno, 1865-1906,
vol. XIII, p. 584).
159
Gabriele Bogetto era il fratello più anziano di Ludovico e Giulio Cesare, con i quali
aveva un negozio di banca e seta con un ampissimo giro di affari che si estendeva ben fuori
dal regno sabaudo, verso Milano, la Francia e l’Inghilterra. Fra i tre fratelli visse un for-
tissimo sodalizio attraverso il quale riuscirono a radicare la loro presenza nelle istituzioni
urbane, assistenziali e non della città, ed ebbero i loro punti forti nel consiglio municipale,
nel consolato, nell’Ospedale di carità, nella Compagnia di San Paolo e nelle relative opere
(
Maritano, 2005).
160
ASSP, I,
CSP
,
Elenchi degli ufficiali e dei confratelli
, 5,
fasc. 1.
161
Tesauro, 2003, p. 246.